Sito ufficiale della Confraternita di Maria Santissima delle Grazie di Arena
L’antichissima e venerabile confraternita di Maria Santissima delle Grazie venne fondata intorno all’anno 1600 con il nome di confraternita delle Anime del Purgatorio. In un documento datato Aprile 1683 la confraternita compare per la prima volta con il titolo di Maria Santissima delle Grazie, riferendosi ad alcuni anni prima.
Il primo statuto di cui si hanno tracce fu approvato dal vescovo di Mileto il 9 Gennaio 1722, mentre, la confraternita ottenne il riconoscimento tramite Regio Decreto del 9 Dicembre 1776.
La chiesa dalla composizione architettonica in perfetto stile barocco si compone di una navata centrale e di una sola laterale sul lato destro. Costruita dopo il terremoto del 1783, originariamente consisteva di una sola navata centrale, durante gli anni 30 del Novecento, si ottenne, per demolizione di case vicine, la piccola navata laterale detta di San Rocco. Sin dalla sua costruzione, la chiesa, è sede dell’omonima confraternita.
Offre già nella facciata principale caratteristiche di notevole rilievo. Essa, infatti, rivestita interamente di mattoni rossi apparecchiati ad opus quadratum isodomum, ospita nel frontone superiore due finestre ad arco a sesto acuto, nella zona centrale un finestrone e, nell’attacco a terra, un portale sagomato in pietra con decorazioni di ottima fattura barocca. Tutti questi elementi sono incorniciati da pietra grigia delle Serre, abilmente scolpita dai principali artisti serresi del tempo: sono proprio tali elementi che, con il loro intermezzo cromatico nell’uniformità del rosso mattone conferiscono plasticità e movimento alla facciata. A tale risultato concorrono inoltre: la convessità della facciata stessa, la scansione ritmica delle quattro paraste di ordine jonico, le volute barocche che concludono gli spioventi curvi del frontone e, infine i pinnacoli e la croce che consentono un attacco al cielo degradante e per nulla traumatico. All’interno presenta una pianta longitudinale con presbitero e abside a pianta rettangolare, vanta un prezioso affresco sul soffitto della navata centrale risalente agli anni 40 del pittore Diego Grillo di Pizzo Calabro nipote del più famoso Zimatore, lo stesso artista affrescò l’Annunciazione sulla parete di fondo del presbiterio, mentre sul soffitto della navata laterale è collocato un dipinto raffigurante La cacciata dei mercanti dal tempio del 1895 di Nicola Valentino di Arena. Un oggetto spicca su tutti per la qualità: l’altare maggiore. Esso è formato da un paliotto suddiviso in fasce a riquadri di marmi policromi. A spezzare i rifasci la mensola della mensa, anch’essa in marmo. Il tabernacolo, cimato da tre teste di cherubini e fiancheggiato da volute auricolari e due specchiature recanti motivi di drappeggio e foglie d’acanto, occupa il centro della scena. Infine, il ciborio, che contiene la statua di Maria Santissima delle Grazie, composto da due colonne terminanti in capitelli di ordine composito, reggenti un architrave modanato sormontato, a sua volta, da un fastigio contente un medaglione e cimato da un globo e una croce.
La statua di Maria Santissima delle Grazie, datata 1801, ispirata alla scultura classica greca ed opera dello scultore Domenico De Lorenzo è di materiale ligneo. La vergine, in veste rossa a motivi floreali, ha il capo ricoperto da un velo chiaro; nella sinistra regge un irrequieto Bambino in candida veste bianca, mentre con la sinistra solleva un lembo dell’azzurro e stellato manto in un gesto di accoglienza verso le anime purganti che, a lei rivolti, emergono ai suoi piedi da una fascia di fiamme, sulla sinistra è aggiunto un piccolo confratello vestito della divisa della confraternita.
Di rilievo artistico notevole anche l’altra statua dedicata a Maria: la Madonna del Buon Consiglio. Scolpita nel 1823 dallo scultore serrese Raffaele Regio, la Madre, in veste rossa su un trono di nuvole, regge sulle ginocchia il Bambino. Libertà, esuberanza di movimenti, panneggi per nulla avari, delineano la statua con un linguaggio squisitamente barocco e trionfale.
Altre sculture, realizzate nel Settecento e nell’ Ottocento, sono conservate all’interno della chiesa tra cui la statua di San Giuseppe scolpita nel 1797, anch’essa ad opera di Domenico De Lorenzo e la Madonna Immacolata opera di Pasquale Corrado del 1897. Ancora degni di menzione l’acquasantiera di epoca settecentesca, e una campana bronzea del 1619, opera del Bertuccelli.
Indirizzo Chiesa e sede Confraternita